ALTA QUALI TA è l'acronimo di

ALimenTAzione animale a base di Cephalaria Joppensis e miglioramento QUALITAtivo del latte vaccino e dei prodotti trasformati.

SINTESI PROGETTO
L'obiettivo del progetto è l'inserimento di una nuova specie, la CephalariaJoppensis, negli ordinamenti produttivi delle aziende agricole ad indirizzo foraggero-zootecnico in sostituzione dei foraggi a ciclo autunno-vernino, quali per esempio il loietto, rispetto al quale la Cephalaria mostra una maggiore duttilità del ciclo, consentendo anche semine posticipate (gennaio e marzo) rispetto a quelle ordinarie. Ovviamente, oltre al raggiungimento di rese elevate (superiori a quelle del loietto), si prevede che l’impiego della Cephalaria permetterà di ottenere un foraggio di elevata qualità da inserire nella razione alimentare dei bovini da latte. E’ ampiamente noto che l’alimentazione animale gioca un ruolo fondamentale sulla qualità e sulla composizione della frazione grassa e aromatica del latte e siccome il progetto si pone come secondo obiettivo la produzione di formaggi freschi e yogurt di elevata qualità nutrizionale arricchiti in CLA (acidi grassi essenziali dialto valore nutrizionale), è indispensabile che il latte da trasformare abbia in partenza caratteristiche di pregio.

Il latte ottenuto dagli animali alimentati con un piatto integrato con la CephalariaJoppensis, arricchito in CLA e funzionale dal punto di vista tecnologico-nutrizionale, costituirà la base per la preparazione di derivati lattiero caseari freschi (formaggi a pasta filata e non, yogurt) ad elevato valore nutrizionale, sia per la qualità del latte utilizzato che per l’attività di ottimizzazione del processo tecnologico che si realizzerà attraverso questo progetto.
In particolare, in maniera sintetica si può affermare che il progetto si pone i seguenti obiettivi: i) validazione del protocollo agronomico più idoneo per la coltivazione della Cephalaria nelle aree interne della nostra regione (attività svolta nelle 2 aziende partner del progetto); ii) inserimento della Cephalaria Joppensis nella razione dei bovini da latte e valutazione dei suoi effetti sulla qualità e la quantità di latte prodotto; iii) caratterizzazione tecnologica-nutrizionale dei foraggi/yogurt prodotti.




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Mq di territorio

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Piantagioni coinvolte nel progetto

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Caseifici

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LA RETE
Il progetto POI ALTA QUALITA si pone diversi obiettivi che come abbiamo visto in un precedente paragrafo possono essere così sintetizzati:
i) Validazione del protocollo agronomico più idoneo per la coltivazione della Cephalaria nelle aree interne della nostra Regione (attività svolta nelle 2 aziende partner del progetto);
ii) Inserimento della Cephalaria Joppensis nella razione dei bovini da latte e valutazione dei suoi effetti sulla qualità e la quantità di latte prodotto;
iii) caratterizzazione tecnologica-nutrizionale dei foraggi/yogurt prodotti.

Da quanto sopra esposto è evidente che la proposta progettuale richiede un approccio metodologico interdidisciplane e a tal fine l’Associazione Provinciale Imprese Sannite – APIS, in qualità di Capofila e referente del progetto, ha provveduto a costituireun partenariato che coprisse tutti i segmenti della filiera che si sta studiando ed in particolare ha coinvolto i seguenti partner:

UNINA – Dipartimento di Agraria, che si occuperà di favorire l’introduzione della nuova specie CephalariaJoppensisnegli ordinamenti colturali delle aziende agricole in sostituzione dei foraggi autunno-vernini rispetto ai quali essa mostra una maggiore duttilità del ciclocome la CephalariaJoppensis. Tale parte delle attività saranno sviluppate dal gruppo di lavoro agronomico coordinato dal Prof. Mauro Mori.Tutte le attività che riguarderanno la caratterizzazione chimico nutrizionale della Cephalaria e il suo inserimento nella razione di bovine in lattazione e la valutazione degli effetti della variazione della dieta sulla produzione di latte, verranno svolte dagli zootecnici coinvolti nel progetto che verranno coordinati dal Prof. Antonio Di Francia. Infine, verranno condotte attività di trasformazione sia sul latte prodotto dagli animali alimentati con Cephalaria, sia su quello derivante dalla mungitura di animali sottoposti alla razione ordinaria aziendale, tali prove verranno eseguite dal gruppo di scienze degli alimenti coordinato dal Prof. Raffaele Romano.

Il gruppo di lavoro costituito nell’ambito di quest’iniziativa prevede anche il coinvolgimento delle due aziende agricole di seguito indicate;

- Azienda Agricola Santina De Matteis, che metterà a disposizione le bovine da latte presenti in azienda per realizzare una prova basata sulla somministrazione di una razione alimentare a base di insilato di Cephalaria,Inoltre, in azienda verrà organizzata una prova di coltivata per definire la tecnica colturale più idonea allo sviluppo di questa specie coltivata nelle aree interne della Regione Campania.

- Azienda Agricola Giuseppe Fiore, anche quest’azienda metterà a disposizione alcune bovine in lattazione per realizzare una prova basata sulla somministrazione di una razione alimentare a base di insilato di Cephalaria, Analogamente a quanto verrà fatto nell’azienda De Matteis sarà organizzata una prova di coltivata per definire la tecnica colturale più idonea allo sviluppo di questa specie coltivata nelle aree interne della Regione Campania.

Come accennato in precedenza l’obiettivo, non secondario del progetto, e quello di capire che effetto ha una razione contenente insilato di Cephalaria sulle caratteristiche qualitative dei prodotti lattiero-caseario, per tale motivo il gruppo operativo che si è costituito include anche un caseificio che produce formaggi più o meno stagionati e yogurt. L’azienda Carmina Bilotta metterà a disposizione le sue attrezzature per realizzare le prove di trasformazione in accordo con quanto definirà il gruppo di lavoro di scienze degli alimenti Nel partenariato è stata coinvolta l’azienda Agrisemi Minicozzi Srl che è un opificio/sementificio che si interesserà di fornire, alle due aziende agricole, i semi di Cephalaria adeguatamente puliti (assenza di semi estranei, semi rotti, ecc,) e con un elevato grado di germinabilità. Per fare ciò, oltre che utilizzare le sofisticate macchine per la pulitura del seme di cui dispone seguirà con il gruppo agronomico le prove agronomiche condotte nelle due aziende ed eventualmente interverrà con operazioni di epurazione manuale delle piante con caratteristiche fenologiche e fisiologiche anomale rispetto alla maggior parte delle pinatepresenti in coltivazione. Relativamente all’associazione APIS, capofila del progetto è necessario specificare che oltre a garantire il coordinamento complessivo del progetto facendo in modo che i Partner, ciascuno per le proprie funzioni specifiche, concorrano alla realizzazione degli obiettivi di quest’iniziativa e a favorire l’interazione e il confronto sistematico fra gli stessi nel corso dell’intera durata del progetto e responsabile della predisposizione delle relazioni relative alle attività svolte e delle attività di divulgazione dei risultati del POI, con i suoi esperti seguirà le attività previste in tutti i WP del progetto. Infine, è opportuno ricordare, come evidenziato nella prima parte di quest’allegato,che il partenariato ha ritenuto opportuno identificare due Responsabili Scientifici che si interesseranno delle due aree principali del progetto: il Prof. Mauro Mori, Responsabile dell’area agronomica e il Prof. Raffaele Romano, Responsabile dell’area tecnologica.

IL TERRITORIO
La provincia di Benevento con oltre mille aziende produttrici di latte bovino, circa 58mila tonnellate di latte prodotto e 18 caseifici, è la prima provincia campana per numero di imprese, anche se nell’ultimo ventennio la filiera del latte bovino si è andata sempre più ridimensionando.

All’origine di questa situazione sicuramente vi è la diminuzione del prezzo di questa materia prima, il cui valore in stalla sovente non riesce nemmeno a coprire i costi di produzione che generalmente si aggirano intorno ai 40 centesimi. Un duro colpo ai produttori di latte delle aree interne è stato dato dall’allargamento dell’Unione Europea che ha comportato l’apertura di nuovi mercati e la competizione con nuovi paesi. In particolare, i prezzi alla produzione estremamente bassi dei paesi dell’est Europa, hanno fatto sì che molti trasformatori italiani instaurassero rapporti commerciali con questi paesi, importando latte, concentrati, cagliate, semilavorati e polveri di latte che hanno consentito di ottenere dei trasformati derivanti dal latte di varia natura e a prezzi contenuti, nonostante il latte importato molto spesso risulti estremamente scadente dal punto di vista tecnologico (bassi valori di proteine e grassi) e qualitativo (elevata carica batterica totale e livelli di cellule somatiche non rientranti nei parametri dell’alta qualità).

Questa situazione ha fortemente penalizzato anche tutte quelle aziende zootecniche che operano nei territori inclusi nell’ATS GAL Alto Tammaro e GAL Titerno che vedono delle importanti realtà produttive nei comuni di Morcone, Castelpagano, Circello, Benevento, Faicchio e Cerreto Sannita, solo per citare le più interessanti realtà del territorio che si intende prendere in considerazione nell’ambito di questa iniziativa.

Questo progetto prendendo spunto da tali considerazioni e al fine dievitare la completa scomparsa della zootecnia da latte nei territori della provincia di Benevento e più in particolare nei comuni a forte vocazione appartenenti ai territori dell’Alto Tammaro e del Titerno sopra menzionati, cerca proprio di creare quelle condizioni per accorciare la filiera, ridurre i costi di produzione aumentando l’efficienza aziendale (introduzione di una nuova specie da utilizzare come foraggio), migliorare e rendere riconoscibile la qualità del latte e dei trasformati e realizzare dei prodotti trasformati innovativi che siano in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato (prodotti nutraceutici).